La Marchigiana

La razza Marchigiana è abbastanza diffusa in tutta l’Italia con la maggior parte degli allevamenti che si concentra nelle Marche, seguita dalla Campania, dall’Abruzzo e dal Lazio per un totale di circa 50.000  capi censiti.  E’ una razza  di origine meticcia poiché deriva dall’incrocio tra il bovino Podolico autoctono ed il “Bovino dalle grandi corna” asiatico ma, nella seconda metà del XIX secolo, gli allevatori della Marchigiana decisero di migliorare il ceppo originario incrociando le loro vacche con tori di razza Chianina per incrementare sia l’ attitudine al lavoro che alla produzione di carne. Da questi incroci nacquero bovini con migliore muscolosità, mantello più bianco, testa più leggera e corna più corte, ma l’aumento di statura rese i buoi inadatti al lavoro e, per questa ragione, all’inizio del XX secolo vennero effettuati ulteriori incroci con i tori di razza Romagnola, per ridurre la statura e migliorare la conformazione della razza. Tutti questi incroci però fecero sì che la Marchigiana, piuttosto che una razza, fosse considerata un tipo genetico perciò, dal 1928, venne vietato ogni tipo di incrocio ed iniziò ufficialmente la selezione della razza; nel 1957 fu fondata l’Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne (ANABIC) che detiene il Libro Genealogico Nazionale unico delle Razze Bovine Italiane da Carne.

Da un punto di vista morfologico, la sua principale caratteristica è senz’altro l’ipertrofia muscolare dovuta ad una modifica del gene che regola la miostatina, la proteina deputata alla regolazione della crescita muscolare. Il mantello è bianco, la testa è leggera, con profilo rettilineo, le corna sono corte e perciò vengono chiamate “cornetti”. La Marchigiana è una razza precoce, molto rustica e con spiccata attitudine materna nelle femmine.  

La carne è di ottima qualità: rosata, tenera, a grana fine, con un notevole contenuto di proteine ad alto valore biologico e bassi livelli di colesterolo. Dall’allevamento della Marchigiana si ottiene il “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” insignito del marchio IGP nel 1998.

Articolo di Ester De Martino.

Fonti:

  • Ruminantia