GRANCHIO BLU IN ITALIA

Durante tutta l’estate 2023, uno degli argomenti più discussi è la situazione del granchio blu. Infatti questa specie aliena invasiva è ormai diffusissima sia nel Mediterraneo che nell’Adriatico, in particolare alle foci dei fiumi e nelle lagune poiché vive in ambienti salmastri.

Il granchio blu, rinvenuto in Italia per la prima volta alla fine degli anni 40, comprende in realtà due specie conosciute e identificate con lo stesso nome generico: la Callinectes sapidus (granchio blu dell’Atlantico) e la Portunus segnis (granchio blu del Mar Rosso) ed entrambe sono presenti in Italia. In particolare, la seconda specie è stata rinvenuta già qualche anno fa e la sua presenza è esplosa nelle ultime settimane nell’Adriatico mentre la prima specie è praticamente ovunque.

Avendo già parlato delle specie aliene invasive, del granchio blu e dei danni che comporta al comparto dell’acquacoltura e alla biodiversità, ci focalizzeremo sulle azioni per “controllare” queste specie.

Essendo privi di predatori, i granchi blu stanno aumentando di numero e per questa ragione il governo, nel mese di agosto, ha stanziato 2,9 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza. Lo scopo è quello di sviluppare commercio e consumo di questa specie, prendendo come esempio gli Stati Uniti, dove questo crostaceo è largamente consumato. In effetti l’uomo è l’unico predatore del granchio blu e in alcune regioni questo viene già servito nei ristoranti o cucinato a casa. Presenta un sapore simile all’astice anche se è più scarso in carne poiché il suo corpo è costituito prevalentemente dalle possenti chele, ed è ricco in vitamina B12.

In caso di avvistamento di granchio blu bisogna tempestivamente allertare le autorità competenti come ISPRA, Guardi Costiera o altri enti scientifici di competenza.

Fonti: geopop

           IZS

           Politicheagricole.it